In Italia, l’incidenza delle infezioni CIED è stimata intorno al 3% ad un anno dall’impianto, e al 5% a tre anni: tassi molto significativi e con un trend in aumento dagli ultimi decenni.
Le infezioni correlate all’impianto di dispositivi cardiaci elettronici impiantabili (CIED), ovvero pacemaker, cateteri e defibrillatori, sono uno dei rischi più gravi per il paziente che si sottopone a questo tipo di interventi. Sono infezioni estremamente pericolose e spesso letali.
Nella maggior parte dei casi, l’infezione parte dalla cute del paziente in fase di intervento chirurgico, infettando la tasca del generatore e diffondendosi agli elettro-cateteri inseriti nelle vene, per arrivare fino alla superficie cardiaca, formando focolai settici nei tessuti circostanti.
Le infezioni CIED sono causate principalmente da germi molto resistenti, difficili da debellare.
Ci sono dieci anni di tempo per richiedere il risarcimento del danno subito a causa di un errore medico per infezioni post intervento di pacemaker e altri dispositivi cardiaci. Per questo è importante prevenire l’infezione con tutti i mezzi a disposizione e avere la tracciabilità per la medicina difensiva.